E che ci ha segnato con il primo fratello cadavere riverso nella strada. Carlo che poteva essere stato vicino a me - a te - fino a qualche minuto prima della tragedia, Carlo che ci difende.
I ricordi chiari, abbaglianti di quelle giornate non mi mancano, ma ancora passerà del tempo prima che un mio racconto possa prendere forma, raccontare i frammenti confusi, caotici di quei tre giorni. Penso che questa sia un pò la "maledizione" di chi a Genova c'è stato: la ritrosia a raccontare ciò che con tutti i nostri sensi abbiamo vissuto, ma che comunque ci pare irrimediabilmente parziale, limitato o soggettivo, quasi a renderlo inenarrabile. Allora i tre giorni di Genova divengono una specie di proiezione nella mente, fatta di immagini e rumori percepiti non interiormente ma come dall'esterno.
Visioni. Visioni oniriche, molto diverse da chi oggi racconta le sue visioni da tubo catodico e a Genova non c'è stato. La differenza fra queste visioni è incolmabile: ognuno può e deve parlare di Genova 2001, ma non può avere la pretesa di sapere quello che chi vi è stato ha provato, ha visto, ha sentito. Non si può confondere il rimorso di non esserci stati con la realtà.
In memoria di Carlo e di quelle tre giornate.

Immagine tratta da ink4riot - Scarabocchi pregiati e Rock'n Roll.
(Clicca sull'immagine per ingrandire)
Nessun commento:
Posta un commento