mercoledì, giugno 27, 2007

Non è la prima volta, si spera sia l'ultima

Certo non è la prima volta, certo si spera che sia l'ultima. In particolare per Bologna dove il ricorso all'uso intimidatorio delle accuse giudiziarie (pesantissime) verso i movimenti sociali è stato negli ultimi anni una costante. Ricordo così a memoria degli universitari accusati di "associazione sovversiva" per l'organizzazione dell'autoriduzione in mensa, così come altri casi che poi non portarono - guarda te - proprio a un bel nulla, con tanto di dichiarazioni dei magistrati che invitavano i loro colleghi PM a non farsi prendere la mano nell'avanzare certe accuse, a maggior ragione con tale leggerezza.

Mazzetta ci informa sull'epilogo - sempre uguale - dell'ultima di queste vicende in una e-mail su neurogreen di cui pubblico qui sotto il contenuto.



Il collettivo Fuoriluogo di Bologna era stato accusato dalla Procura di
"associazione con finalità di terrorismo ed eversione" e "apologia di attentato terroristico" per un volantino che il tribunale del riesame ha definito "ironico, intermezzato da vignette e privo di espressioni di tono particolarmente radicale". Di conseguenza il tribunale ha annullato i decreti di perquisizione e altri provvedimenti presi dalla procura contro 8 aderenti al collettivo. Si tratta dell'ennesima smentita che la procura di Bologna riceve nei suoi ridicoli tentativi di accusare gente presa a caso di reati gravissimi. Una serie di provvedimenti infondati (lo hanno detto più volte la Cassazione ed il Riesame) che fanno pensare alla malafede e ad un uso "politico" dell'azione penale.

Ovviamente i fan della "legalità" in città non ci vedono nulla di male in
questo modo di procedere, finchè questo genere di provvedimenti colpisce gli avversari politici sembra che i super "garantisti" cittadini non se ne accorgano neppure. Grazie a questa disattenzione la Procura di Bologna ha ormai accusato di "eversione" e di attività connesse al "terrosimo" decine di persone assolutamente innocenti.

Fino a quando abuseranno della nostra pazienza?

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