giovedì, giugno 21, 2007

Cronache da Rostock

Il G8 di Rostock è stato dal punto di vista dei governi partecipanti un fallimento, non solo perché non vi è stata nessuna capacità di avanzare politiche condivise sui temi all'ordine del giorno, ma anche per l'incapacità stessa di offrire dei convenuti al tavolo dei "grandi" un'immagine che possa avere un certo appeal fra la popolazione - neanche mondiale - dei paesi facenti parte di questo prestigioso club.
Basti citare il tentativo di vendere un totale disaccordo come quello sulle politiche a difesa dell'ecosistema terrestre come un grande accordo, quando in realtà i tempi che vengono proposti per il raggiungimento degli obiettivi è assolutamente ridicolo, a maggior ragione da quando la questione ambientale e il global warming si sono affermate come "fatti reali" (e quindi con conseguenze reali) nella percezione comune. Si capisce allora il mismatching - inteso come divaricazione - fra le sensibilità delle società civili e i convenuti a Rostock.


I veri protagonisti di Rostock sono stati i movimenti che lì hanno preso corpo, le mobilitazioni che non hanno riempito solo le pagine di cronaca dei giornali, ma anche le teste di tanti attivisti che hanno partecipato o guardato a Rostock percependo una rottura, un passaggio anche rispetto alle più recenti mobilitazioni.


Alex alcuni frequentatori di finoaquituttobene già lo conoscono. E' fra l'altro un amico di cui apprezzo in particolare la visione radicale, iconoclastica e laica sulle più varie questioni, in particolare su movimenti ed Europa. Quindi vi invito a dare una letta a questo suo resoconto del viaggio in Germania in occasione del G8, per capire un pò anche le emozioni e il clima che si poteva respirare in quei giorni da quelle parti.
L'articolo è uscito sul sito dell'Agenzia X - già nominata in qualche post ma di cui vorrei scrivere una prresentazione un pò più articolata e minimamente degna di un'esperienza che a me risulta esaltante.


Per ora buona lettura.


E' stata settimana noglobal 100% intensa e frattalica come mai, con troppe esperienze, emozioni, prese di coscienza, discussioni e azioni collettive per essere dipanata in una sequenza narrabile. ci provo lo stesso prima che la memoria mi abbandoni. Sono atterrato a berlino il 30. mi ero vestito bene perché ero un po' in para dopo le minacce di sospendere schengen di stasi 2.0 schaeubler ministro dell'interno della merkel e inquisitore degli amici e compagni della sinistra blockg8 ad amburgo e berlino (molti partecipanti alla mayday. tutto liscio. recupero le chiavi dell'appartamento a Prenzlauer Berg fra Rosa Luxemburg e Kastanier. E' in un vecchio palazzo est nn ancora restaurato con un lungo balcone all'ultimo piano. E' bellissimo. Di fronte la Neue Brauerei: fanno vedere il film sulla vita di Joe Strummer! THE FUTURE IS UNWRITTEN è davvero imperdibile, toccante e rabbioso come Joe, ti mette addosso una voglia di ribellione inesauribile; mi fa anche ricordare di quando comprai il mio primo disco, Combat Rock, a 16 anni.
Prenzlauer Berg si sta gentrificando mentre Kreuzberg si sta radicalizzando. Sono stato lì in bici a fare il giro delle 3 cappelle noglobal: Bethanien, dove c'è il convergence center berlino e dove becco compagni bolognesi con cui andiamo insieme al Kopi, e Mehringhof dove ha sede la sinistra interventista berlinese, il circolo clash, il collettivo editoriale, il club cicloautonomo e il sindacato rivoluzionario turco hanno sede. Bethanien e Mehringhof sono state perquisite e i computer sequestrati nell'operazione repressiva di inizio maggio che mi ha spinto a venire a Berlino e Rostock. Il Kopi è in fermento perché è sotto minaccia di sgombero e distruzione. Sono pronti alla battaglia: l'hanno protetto di grate tratte dai carrelli della spesa. Uno striscione di Ungdomshuset, il centro di Copenhagen distrutto che ha spinto la gioventù della capitale alla ribellione urbana, dice "Thank Your for Your Help. We will Never Forget It". E anche: "se tirate giù la nostra casa, tireremo giù Berlino". I poster delle agitazioni del 12 e 16 giugno sono davvero bellissimi e chiamano a raccolta tutta l'autonomia berlinese. Lo spirito del posto è anarcopirata con rumori di saldature e decorazioni mutanti sulle alte pareti. Adesivi ritragggono un orso (simbolo di Berlino) incazzato con la stella pink pronto a lanciare la torre delle telecomunicazioni come fosse un giavellotto contro la città a mo' di Godzilla. Anche la Berlino di Zitty, il timeout locale, ha una pagina sul Kopi.
Tutta la stampa tedesca da Die Zeit in poi parla ossessivamente degli oppositori al G8, die G8-gegener Scopro. che la Taz, più o meno equivalente al manifesto perché sorto dal 68 tedesco, ha un figlio più giovane e più noglobal Junge Welt più spigliato e radicale, libero dalle geremiadi di tanta vecchia nuova sinistra.

Raccolgo stampa e volantini su tutto quanto noglobal mi attira: la pubblicazione degli anarchoblock dell'est europeo, il poster fantastico con i conigli pink del Queer Barrio al campo di Rederlich quello più vicino alla barriera, il volantino sulla green scare e mille altre cose ancora. Bethanien ha una sala con 3 bandiere: nera centrale, con quella pink e quella rossa perpendicolari a formare una T. La stella pink è il simbolo di Make Capitalism History, il cartello noglobal costruito per bloccare il G8. A Berlino scopro che ci sono caffè e ristoranti in cui si mangia facendo offerte senza prezzario definito.

C'è davvero un surplus di classe creativa che pur con il sussidio Harz IV (800 neuri al mese) anima una cultura slacker e multietnica ancora tollerante stile anni 90 che ormai non si vede quasi più nella altre capitali europee. Vado alla galleria autogestita foto-shop a vedere i ritratti che brioga ha fatto della vita all'ombra del muro israeliano che segrega in maniera definitiva i palestinesi della cisgiordania. Brioga mi invita a cena. Ha un appartamento con vista su Alexanderplatz. Dopo un risotto, vado al Bateau Ivre a bere qualcosa con Ollie di FelS e della mayday berlinese e Ben del collettivo che ha fatto il free press Turbulence e il libro Shut'em down sulle azioni di Gleneagles. I poster della mayday li trovi ancora un po' dappertutto. Hanno sfilato da Kreuzberg a Neukoelln. Mi raccontano della realizzazione dei costumi per il blocco pink euromayday alla manifestazione.

La mattina alle 7 del 2 giugno parto per Rostock con Brioga, la sua ragazza Katarina, e Mike fotografo che ha scattato immagini raggelanti della barriera di Heiligendamm, organizzatore e radio DJ da una vita. Scopro che è anche lui è stato exchange student in america (vale a dire è come me un uprooted permanente) e che condivide una passione smisurata per tutto ciò che è o alt.rock o technohouse (il tresor si è spostato a kreuzberg!), flyer (ha curato un catalogo in merito), parties illegali, e ripercorriamo insieme 15 anni di musica alternativa dai Mudhoney al grime. Il viaggio procede nel verdissimo e rurale Meck-Pomm, sono tutte macchine di manifestanti! Si vedono lungo la strada i primi drappelli di pulotti nelle uniformi diverse a seconda del Land di provenienza. Arriviamo alla stazione con 2 ore di anticipo. C'è Valery l'organizzatrice sindacale per l'europa di Justice 4 Janitors. Insieme facciamo il sottopassaggio ed ecco apparire l'oceano dei manifestanti di Rostock!! Tutto lo spettro cromatico della protesta radicale è lì. Bandiere pirata, bandiere antifa (rosse, verdi, azzurre, nere, catalane), bandiere anarchiche, la bandiera pink del clown army con il teschio argento e le spade incrociate, la bandiera della pink samba band. Poi le solite bandiere rosse più o meno terzomondiste o antimperialiste, ATTAC (pochi i die linke e IG metall), bandiere dei giovani verdi.

La testa del corteo (dopo le sculture di cartapesta grigie degli gli sfigati e assediati leader g8 e invece i grandi manichini colorati che rappresentano la moltitudine che gli si oppone) è un enorme mar nero che si estende fino al baltico: più di 5000 black bloc dalla Germania, dal Nordeuropa e da ogni paese dell'emisfero boreale. Dietro sta il camion di Make Capitalism History, con discorsi (un po' vuoti e retorici) in tutte le lingue. Poi lo striscione pink di EUROMAYDAY: let's make the g8 precarious, flexifight vs new world order! Dietro sfilano variopinte maschere e mantelli di supereroi contro la precarietà che brandiscono cartelli con fumetti che esprimono posizioni o critiche argute ("se subisci la precarietà, non ti dobbiamo spiegare cosa vuol dire capitalismo"). Distribuiscono kit become a superhero a tutta la manif che risponde con trasporto ed euforia. Un fratello di Yomango mi dà un mantellino verde irlanda con la stringa rosa shocking: anch'io supereroe per un giorno (penso a Jack Kirby e al Capitan America e agli Eterni disegnati da lui). Un fratello di Amburgo mi dà un cartello-balloon da brandire. La manif fila via liscia e gaia anche se un po' avara di cori e slogan. A Anti Anticapitalista è uno degli slogan più gettonati insieme a Inter(o Anti Nazional) Solidaritaet. Arriviamo al porto dove c'è la spianata con il palco di Move against g8 (dove suoneranno i Chumbawamba e Tom Morello ex rage+audislave con cappello IWW), i chioschi e le navi di Greenpeace e Medecins Sans Frontieres attraccate. Tutto sembra tranquillo, quando la pula con un fendente di celerini taglia la piazza in due. E' una provocazione. Vengono accerchiati dalla folla ostile. Iniziano a partire sassi e bottiglie. Poi ci si calma. Alziamo le mani e cominciamo a spingere i pulotti fuori dalla spianata del porto. Se ne vanno. Applausi e gioia.

Posso riprendere a parlare con Nikolaj e Michl di RadicalEurope copenghagen. Ci facciamo una birra e una salsiccia. Trovo anche i miei fratelli berlinesi Jan e Johannes, che si è ritrovato sotto inchiesta e la casa messa a soqquadro dalla polizia nell'operazione aimless (art 129a: "cospirazione di tipo terrorista volta a sovvertire il g8").
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