Queste le parole di Ferrero, Ministro della solidarietà sociale, che sostiene inoltre come sia già al lavoro assieme alla ministra Turco e al ministro Amato per costruire una normativa sulle droghe che riduca il danno. Da Fuoriluogo giro qui sotto l'articolo con le dichiarazioni di Ferrero pubblicato su La stampa del 10/06.
ROMA. Stop al «giro di vite» sulla droga: il governo vuole cambiare la legge Fini-Giovanardi. Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale e neo-titolare del dipartimento sulla tossicodipendenza (prima affidato a Palazzo Chigi) annuncia: «Il nostro obiettivo è rifare la legge, cioè arrivare a una modifica complessiva della normativa che contempli l’abrogazione della legge 49 e ridisegni l’intervento in materia di droghe».
E’ quasi pronto un provvedimento che neutralizzi gli effetti delle tabelle sulla tossicodipendenza introdotte dal precedente esecutivo. «Ferrero riferisca in Parlamento le sue proposte», protesta Carlo Giovanardi, autore insieme a Gianfranco Fini delle norme che il nuovo governo vuole modificare. Il ministro annuncia un «atto che riesca a dare un segnale immediato» il testo su cui sta lavorando insieme ai colleghi della Salute Livia Turco e dell’Interno Giuliano Amato. «Sarà un atto che blocchi quanto avvenuto dopo la pubblicazione delle tabelle - spiega Ferrero - neutralizzeremo gli effetti della legge. Quale atto ancora non sappiamo, ma sarà un provvedimento che pratichi una riduzione del danno rispetto alle norme vigenti».
Due i filoni su cui il governo intende muoversi. «Da una parte la netta separazione delle droghe leggere da quelle pesanti - precisa Ferrero -: i giovani non sono consapevoli della pericolosità delle diverse sostanze, come dimostra il dato drammatico dell’aumento del consumo di cocaina. Quindi bisogna fare una distinzione tra le sostanze sia sul piano legislativo sia su quello informativo ». Secondo passo: «La depenalizzazione del consumo deve accompagnarsi al superamento delle misure amministrative».
Insomma, puntualizza Ferrero, «la depenalizzazione del consumo e l’abolizione delle sanzioni amministrative per i consumatori è la condizione per poter costruire un vero confronto sulla pericolosità effettiva delle sostanze e per aprire una discussione seria sugli stili di vita». Il ministro non indica che natura sarà l’atto legislativo allo studio per neutralizzare gli effetti della Fini-Giovanardi, ma ribadisce di «non ritenere opportuno utilizzare strumenti che nei fatti violino la sovranità del Parlamento con metodi che non condividiamo ». E ciò perché «il fine non giustifica i mezzi. Bisogna trovare una strada pulita». Dura la reazione dell’ex ministro Giovanardi, che invita Ferrero ad andare in Parlamento per discutere alle Camere le sue proposte sulla droga.
«Nel frattempo - evidenzia Giovanardi - la legge in vigore, che non sta procurando nessuno degli effetti negativi denunciati a suo tempo dalla sinistra, deve essere applicata per un tempo ragionevolmente lungo per poterne verificare l’efficacia». Con una stoccata finale: «Ferrero spieghi piuttosto al Parlamento perché sta smembrando gli uffici del Dipartimento per le politiche antidroga, impedendogli di svolgere adeguatamente i compiti che l’Italia si è impegnata a svolgere firmando le convenzioni dell’Onu sulla lotta alla droga».
«E’ necessario separare seccamente lo spaccio dal consumo. Verso lo spaccio occorre attuare una strategia repressiva, a partire dal narcotraffico gestito a livello internazionale dalle mafie - ribatte Ferrero -, verso i consumatori occorre invece aprire il dialogo, a partire dalla depenalizzazione delle condotte legate al consumo e dal superamento delle sanzioni amministrative verso i consumatori. Ma perché un ragazzo che si fuma uno spinello deve rischiare la galera o il ritiro della patente?». Un taglio netto con il precedente esecutivo. «Al contrario di quello che ha fatto il governo Berlusconi occorre distinguere nettamente tra droghe leggere e droghe pesanti, smettendola con i polveroni ideologici che non permettono di distinguere l’effettiva grave pericolosità delle droghe pesanti - conclude Ferrero -. Occorre aprire il dialogo così come occorre potenziare l’intervento sul territorio a partire dal potenziamento dei Sert in risorse e personale».
ROMA. Stop al «giro di vite» sulla droga: il governo vuole cambiare la legge Fini-Giovanardi. Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale e neo-titolare del dipartimento sulla tossicodipendenza (prima affidato a Palazzo Chigi) annuncia: «Il nostro obiettivo è rifare la legge, cioè arrivare a una modifica complessiva della normativa che contempli l’abrogazione della legge 49 e ridisegni l’intervento in materia di droghe».
E’ quasi pronto un provvedimento che neutralizzi gli effetti delle tabelle sulla tossicodipendenza introdotte dal precedente esecutivo. «Ferrero riferisca in Parlamento le sue proposte», protesta Carlo Giovanardi, autore insieme a Gianfranco Fini delle norme che il nuovo governo vuole modificare. Il ministro annuncia un «atto che riesca a dare un segnale immediato» il testo su cui sta lavorando insieme ai colleghi della Salute Livia Turco e dell’Interno Giuliano Amato. «Sarà un atto che blocchi quanto avvenuto dopo la pubblicazione delle tabelle - spiega Ferrero - neutralizzeremo gli effetti della legge. Quale atto ancora non sappiamo, ma sarà un provvedimento che pratichi una riduzione del danno rispetto alle norme vigenti».
Due i filoni su cui il governo intende muoversi. «Da una parte la netta separazione delle droghe leggere da quelle pesanti - precisa Ferrero -: i giovani non sono consapevoli della pericolosità delle diverse sostanze, come dimostra il dato drammatico dell’aumento del consumo di cocaina. Quindi bisogna fare una distinzione tra le sostanze sia sul piano legislativo sia su quello informativo ». Secondo passo: «La depenalizzazione del consumo deve accompagnarsi al superamento delle misure amministrative».
Insomma, puntualizza Ferrero, «la depenalizzazione del consumo e l’abolizione delle sanzioni amministrative per i consumatori è la condizione per poter costruire un vero confronto sulla pericolosità effettiva delle sostanze e per aprire una discussione seria sugli stili di vita». Il ministro non indica che natura sarà l’atto legislativo allo studio per neutralizzare gli effetti della Fini-Giovanardi, ma ribadisce di «non ritenere opportuno utilizzare strumenti che nei fatti violino la sovranità del Parlamento con metodi che non condividiamo ». E ciò perché «il fine non giustifica i mezzi. Bisogna trovare una strada pulita». Dura la reazione dell’ex ministro Giovanardi, che invita Ferrero ad andare in Parlamento per discutere alle Camere le sue proposte sulla droga.
«Nel frattempo - evidenzia Giovanardi - la legge in vigore, che non sta procurando nessuno degli effetti negativi denunciati a suo tempo dalla sinistra, deve essere applicata per un tempo ragionevolmente lungo per poterne verificare l’efficacia». Con una stoccata finale: «Ferrero spieghi piuttosto al Parlamento perché sta smembrando gli uffici del Dipartimento per le politiche antidroga, impedendogli di svolgere adeguatamente i compiti che l’Italia si è impegnata a svolgere firmando le convenzioni dell’Onu sulla lotta alla droga».
«E’ necessario separare seccamente lo spaccio dal consumo. Verso lo spaccio occorre attuare una strategia repressiva, a partire dal narcotraffico gestito a livello internazionale dalle mafie - ribatte Ferrero -, verso i consumatori occorre invece aprire il dialogo, a partire dalla depenalizzazione delle condotte legate al consumo e dal superamento delle sanzioni amministrative verso i consumatori. Ma perché un ragazzo che si fuma uno spinello deve rischiare la galera o il ritiro della patente?». Un taglio netto con il precedente esecutivo. «Al contrario di quello che ha fatto il governo Berlusconi occorre distinguere nettamente tra droghe leggere e droghe pesanti, smettendola con i polveroni ideologici che non permettono di distinguere l’effettiva grave pericolosità delle droghe pesanti - conclude Ferrero -. Occorre aprire il dialogo così come occorre potenziare l’intervento sul territorio a partire dal potenziamento dei Sert in risorse e personale».
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