E' uscito pochi giorni dopo la MayDay un deciso e intenso intervento di sergio Bologna dal titolo Uscire dal vicolo cieco! che prova a intuire una via d'uscita dal dilagare di condizioni di vita indegne, per rilanciare una lotta nei confronti della precarietà. Una lotta da rimettere in piedi dopo aver sgombrato dal campo le tante novelle dell'intellighenzia di sinistra - che si dica moderata o estrema - sul lavoro dei nostri tempi e su quel fenomeno che chiamiamo - anche lor signori, dopo anni di battage dei movimenti a nominare questo fenomeno sociale - precarietà. Bologna cerca di costruire un ragionamento che segue le tappe di quello che fu il sistema di pensiero dell'operaismo - lontano da attenzioni modaiole - messo alla prova con le condizioni socioeconomiche del postfordismo. Uno ad uno cadono tutti i cardini dell'opposizione lavorista alla precarietà, che siano di provenienza partitica, sindacale o anche di movimenti - di parti di movimenti.
Bologna ci racconta una nuova storia, una rappresentazione della precarietà che diverge da quella diffusa dai sindacati in questi anni, che al contrario con le loro politiche sembrano aver alimentato la caduta della dignità del lavoro in Italya: alimentando un'idea oramai diffusa, o meglio "inoculata" nelle menti dei precari per cui la loro condizione non dipende da rapporti di forza e contrattazione (come per definizione è per qualsiasi rapporto di lavoro) ma da una condizione generale ed endemica, caricando sulle spalle dei precari tutto il peso di non sentirsi all'altezza e di illudersi che la "formazione" possa essere una via di fuga.
Essendo abbastanza lungo non posto direttamente l'intervento nel blog, lo potete trovare in uno dei blog linkati di seguito.
http://www.humanitech.it/
http://www.salgalaluna.com/?p=214
Con la promessa, da parte mia, di tornarci.
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