mercoledì, maggio 23, 2007

La vetrinizzazione sociale e i blog.


Iniziamo con un'avvertenza. Questa non è una recensione, anche perché prima di scriverne una deve aver finito di leggere il libro oggetto della recensione stessa. Ma non ho resistito a pubblicare subito il breve estratto che segue da un libro snello ma intenso dal titolo La vetrinizzazione sociale. Il processi di spettacolarizzazione degli individui e della società.

Il libro - scritto da Vanni Codelupi - analizza le trasformazioni delle società occidentali attraverso la lente che segue l'evolversi e lo sviluppo ininterrotto di un particolare fenomeno sociale: la "vetrinizzazione". A partire dal Settecento la comparsa della vetrina - sì, quella dei negozi - ha segnato un importante punto di rottura nella cultura occidentale: mettendo le merci in vetrina soggette al giudizio (visivo) del consumatore, che per la prima volta si trova solo davanti alla merce, si sono poste le basi per la spettacolarizzazione degli individui e delle società: gli individui - da quel momento in poi - hanno imparato attraverso il diffondersi di questo fenomeno sociale una fondamentale modalità di rapporto con il mondo.

Torniamo all'estratto che vi propongo di seguito. Si tratta di un brano in cui Codeluppi analizza da questo punto di vista un fenomeno attualissimo e significativo per riflessioni riguardanti la dimensione della costruzione d'identità - i blog - fornendo spunti molto interessanti.

Buona lettura.


"Dal 1997 in America hanno iniziato a prendere piede i blog personali. In Italia sono circa 250000, ma nel mondo il sito Technorati.com ne conta oltre 27 milioni. Un blog è più di una pagina personale, è una sorta di diario costantemente aggiornato e aperto a tutti, con pensieri, immagini, filmati video e qualsiasi cosa la fantasia consenta di esprimere. Chi lo fa
non pensa di appartenere al sistema dei media o di riempire semplicemente no spazio con dei contenuti. Pensa invece di comunicare con altre persone e in effetti i lettori di blog sono moltissimi: ogni giorno oltre cento milioni di persone.

Persino i militari americani impegnati sul fronte iraqueno realizzano. E lo fanno anche i condannati a morte [...]. Giustamente Derrick de Kerckhove ha sottolineato che "il blog non è la pubblicazione del diario ma è la pubblicazione del diario ma è la pubblicazione del network, del mio network. Ci troviamo di fronte, cioè, a una creatura profondamente connettiva: non collettiva, non privata, ma profondamente connettiva". In questo sta probabilmente anche la ragione del successo del blog. Esso è infatti la realizzazione concreta della posizione in cui si trova oggi l'individuo nelle società ipermoderne: perfettamente al centro tra la dimensione privata e quella pubblica.

Un ulteriore punto di forza dei blog consiste nel fatto che, a differenza degli altri strumenti di comunicazione disponibili su Internet, essi "ragruppano i contenuti per persona, fornendo
agli individui uno strumento di identificazione fortissimo. Questo facilita la relazione sia tra soggetti che già si conoscono, sia con soggetti che iniziano da zero un nuovo contatto" (Granieri).

Insomma, il blog è una forma di rafforzamento dell'identità personale rispetto al processo di "anonimizzazione" che caratterizza il funzionamento della Rete, perché contribuisce a stabilizze nel tempo la presenza degli individui. In questo modo, si stabilizzano anche le relazioni interpersonali e si aprono dei confronti che portano allo sviluppo delle idee e ad un arricchimento delle conoscenze possedute dalla società nel suo complesso. La tecnologia dunque rafforza le possibilità personali di esprimersi e di affermarsi in un contesto dove ciò appare sempre più difficoltoso. Consente, insomma, di essere più visibili all'interno della grande vetrina sociale."

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