Molte cose sono state raccontate in questi giorni sull'università la Sapienza, molte cose non vere hanno preso il posto della verità. L'aggressione contro alcuni studenti ad opera di militanti del partito neofascista Forza nuova è stata trasformata in una rissa, una gioiosa manifestazione di oltre 2000 studenti (nonostante la pioggia) in un sequestro di persona. La verità sappiamo è un campo di battaglia e non sempre bastano i fatti a renderla inattaccabile.
In conseguenza a queste falsità si è dispiegato un singolare attacco nei confronti degli studenti e dell'università tutta. Gli studenti sono stati definiti responsabili di una degenerazione politica senza precedenti, figlia del '68, annus terribilis, secondo il Corriere della sera, da archiviare una volta per tutte; la Sapienza un'istituzione incapace di far parlare forze politiche che, nonostante facciano ripetutamente uso di ideologie xenofobe e razziste, oltre che negazioniste nei confronti della Shoah, abituate all'uso della violenza e dell'aggressione, sono legali e dunque meritano di essere ascoltate da studenti, ricercatori e docenti.
Questo attacco va respinto, perché porta con sé un'ostilità senza precedenti nei confronti del sapere critico, della democazia e dell'autonomia dell'istituzione universitaria. Un'ostilità che colpisce anche la Costituzione repubblicana, espressamente antifascista: pluralismo e tolleranza politica e culturale, in questo senso, non sono disgiungibili dal rifiuto di ideologie, linguaggi e pratiche dichiaratamente fasciste come quelle del partito Forza nuova. L'università è probabilmente un luogo anomalo nel paese, anomalo perchè all'interno di esso la pratica democratica del dissenso trova posto, anomalo perchè la critica può essere esercitata pubblicamente. Un'anomalia positiva, dunque, che tiene assieme la comunità scientifica tutta e che fa dell'università uno spazio democratico da proteggere.
Era inevitabile, infine, che all'interno di questa campagna politica di linciaggio, si collocasse una sentenza del Gip (giudice per le indagini preliminari) che ha imposto gli arresti domiciliari non solo a due attivisti di Forza nuova, gli aggressori, ma anche ad Emiliano, studente della Sapienza aggredito. Chiedere la libertà di Emiliano significa riconoscere la differenza tra aggressori e aggrediti, significa dire la verità sui fatti accaduti alla Sapienza.
Primi firmatari:
Nanni Balestrini (poeta e scrittore), Erri De Luca (scrittore), Valerio Mastrandrea (attore), Serge Quadruppani (scrittore e traduttore), Sandro Mezzadra (docente universitario, Bologna), Adalgisio Amendola (docente universitario, Salerno), Sergio Bianchi e Ilaria Bussoni (casa editrice Derive Approdi, Roma), Gianfranco Morosato (casa editrice Ombre corte, Verona), Ugo Cornia (scrittore), Valerio Evangelisti (scrittore), Benedetto Vecchi (giornalista de il manifesto), Matteo Pasquinelli (ricercatore universitario, Londra), Carlo Formenti (docente universitario e giornalista), Franco Berardi Bifo (saggista), Agostino Petrillo (docente universitario, Milano), Tiziana Terranova (ricercatrice universitaria, Napoli), Adelino Zanini (docente universitario, Ancona), Augusto Illuminati (docente universitario, Urbino), Angelo Mastrandrea (giornalista de il manifesto), Girolamo De Michele (scrittore), Roberto Gramiccia (medico e scrittore), Gabriele Porro (giornalista, la Repubblica), Alessandro Pandolfi (docente universitario, Urbino), Wu Ming (scrittori), Andrea Fumagalli (docente universitario, Pavia), Christine Ferret (responsabile Centre des Ressources - Ambasciata di Francia, Roma), Veronica Raimo (scrittrice), Luisa Capelli (casa editrice Meltemi), Marco Bascetta (casa editrice manifestolibri), Raffaella Battaglini (autrice teatrale), Elena Vanni (attrice), Marco Philopat (scrittore), Massimo Gaudioso (sceneggiatore), Elio Germano (attore), Ottavio Marzocca (docente universitario, Bari), Pino Marino (cantautore e musicista), Anna Pizzo (giornalista, Carta), Pierluigi Sullo (giornalista, Carta), Luca Casarini (attivista e scrittore), Lanfranco Caminiti (giornalista), Tano D'Amico (fotografo)
Per firme e adesioni: roma@uniriot.org
Immagine di arimoore [tell truth], con licenza Creative Commons da flickr
In conseguenza a queste falsità si è dispiegato un singolare attacco nei confronti degli studenti e dell'università tutta. Gli studenti sono stati definiti responsabili di una degenerazione politica senza precedenti, figlia del '68, annus terribilis, secondo il Corriere della sera, da archiviare una volta per tutte; la Sapienza un'istituzione incapace di far parlare forze politiche che, nonostante facciano ripetutamente uso di ideologie xenofobe e razziste, oltre che negazioniste nei confronti della Shoah, abituate all'uso della violenza e dell'aggressione, sono legali e dunque meritano di essere ascoltate da studenti, ricercatori e docenti.
Questo attacco va respinto, perché porta con sé un'ostilità senza precedenti nei confronti del sapere critico, della democazia e dell'autonomia dell'istituzione universitaria. Un'ostilità che colpisce anche la Costituzione repubblicana, espressamente antifascista: pluralismo e tolleranza politica e culturale, in questo senso, non sono disgiungibili dal rifiuto di ideologie, linguaggi e pratiche dichiaratamente fasciste come quelle del partito Forza nuova. L'università è probabilmente un luogo anomalo nel paese, anomalo perchè all'interno di esso la pratica democratica del dissenso trova posto, anomalo perchè la critica può essere esercitata pubblicamente. Un'anomalia positiva, dunque, che tiene assieme la comunità scientifica tutta e che fa dell'università uno spazio democratico da proteggere.
Era inevitabile, infine, che all'interno di questa campagna politica di linciaggio, si collocasse una sentenza del Gip (giudice per le indagini preliminari) che ha imposto gli arresti domiciliari non solo a due attivisti di Forza nuova, gli aggressori, ma anche ad Emiliano, studente della Sapienza aggredito. Chiedere la libertà di Emiliano significa riconoscere la differenza tra aggressori e aggrediti, significa dire la verità sui fatti accaduti alla Sapienza.
Primi firmatari:
Nanni Balestrini (poeta e scrittore), Erri De Luca (scrittore), Valerio Mastrandrea (attore), Serge Quadruppani (scrittore e traduttore), Sandro Mezzadra (docente universitario, Bologna), Adalgisio Amendola (docente universitario, Salerno), Sergio Bianchi e Ilaria Bussoni (casa editrice Derive Approdi, Roma), Gianfranco Morosato (casa editrice Ombre corte, Verona), Ugo Cornia (scrittore), Valerio Evangelisti (scrittore), Benedetto Vecchi (giornalista de il manifesto), Matteo Pasquinelli (ricercatore universitario, Londra), Carlo Formenti (docente universitario e giornalista), Franco Berardi Bifo (saggista), Agostino Petrillo (docente universitario, Milano), Tiziana Terranova (ricercatrice universitaria, Napoli), Adelino Zanini (docente universitario, Ancona), Augusto Illuminati (docente universitario, Urbino), Angelo Mastrandrea (giornalista de il manifesto), Girolamo De Michele (scrittore), Roberto Gramiccia (medico e scrittore), Gabriele Porro (giornalista, la Repubblica), Alessandro Pandolfi (docente universitario, Urbino), Wu Ming (scrittori), Andrea Fumagalli (docente universitario, Pavia), Christine Ferret (responsabile Centre des Ressources - Ambasciata di Francia, Roma), Veronica Raimo (scrittrice), Luisa Capelli (casa editrice Meltemi), Marco Bascetta (casa editrice manifestolibri), Raffaella Battaglini (autrice teatrale), Elena Vanni (attrice), Marco Philopat (scrittore), Massimo Gaudioso (sceneggiatore), Elio Germano (attore), Ottavio Marzocca (docente universitario, Bari), Pino Marino (cantautore e musicista), Anna Pizzo (giornalista, Carta), Pierluigi Sullo (giornalista, Carta), Luca Casarini (attivista e scrittore), Lanfranco Caminiti (giornalista), Tano D'Amico (fotografo)
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Immagine di arimoore [tell truth], con licenza Creative Commons da flickr
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