venerdì, marzo 28, 2008

Günther Anders - Il mondo dopo l'uomo. Tecnica e violenza - a cura di Lisa Pizzighella


“Nei cimiteri in cui riposeremo nessuno verrà a piangerci.
I morti non possono piangere altri morti”
G. Anders

Günther Anders pone il lettore di fronte ad un’evidenza: con l’avanzamento della tecnica l’uomo sta mettendo in pericolo la sua esistenza. Anzi, lo ha già fatto attraverso i tragici avvenimenti delle guerre mondiali, della guerra in Vietnam e dello sgancio della bomba atomica. Se l’uomo, peccando di un ingenuo antropocentrismo, credeva di poter dominare la natura attraverso la tecnica, ora la situazione è rovesciata. Non è più l’uomo il soggetto della storia, bensì la tecnica. Quest’ultima è già oltre ciò che l’uomo potesse immaginare. L’essere umano ha i mezzi per autodistruggersi ed egli ha dato prova di poterlo fare senza rendersene conto. La denuncia di Anders è radicale e fa appello alla necessità di riflettere sulla situazione in cui si trova l’uomo nel mondo che egli stesso ha prodotto e nel tempo da lui definito come terza rivoluzione industriale. In questo tempo l’uomo è giunto ad una pericolosa scissione tra ciò che egli è in grado di produrre e le conseguenze ormai non più immaginabili della sua produzione.
(da voltimimesisedizioni)

Figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, riceve una solida formazione umanistica. Allievo di Edmund Husserl, si laurea con lui in filosofia nel 1923. Anders, nato Günther Stern, raggiunto notorietà sin dai primi anni 1960 come un filosofo e attivista del movimento antinucleare. Assimilato come Ebreo tedesco, ha studiato sotto Martin Heidegger e Edmund Husserl, completando la sua tesi nel 1923. Presso l'Università di Francoforte fu respinta la sua abilitazione da Adorno, perciò iniziò a lavorare come critico culturale. Lo pseudonimo Anders nacque da un invito del suo editore di Berlino di cambiare il suo cognome, Stern, in quanto era assai comune tra gli scrittori in Germania e gli suggerì “qualcosa di diverso”. Anders prese alla lettera il suggerimento e si chiamò “diverso” (= Anders in tedesco). Sposa nel 1929 la filosofa Hannah Arendt, da cui divorzierà nel 1936 perché il pessimismo di Anders era "difficile da sopportare", come lei ha ammesso più tardi.
[...]
Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, è conosciuto come un saggista del movimento anti-nucleare ed è uno dei maggiori filosofi contemporanei; è stato uno dei pensatori che con più rigore e tenacia ha pensato la condizione dell'umanità nell'epoca degli armamenti di distruzione di massa. Difatti con Robert Jungk, Anders fu il co-fondatore del movimento antinucleare nel 1954. Pubblicò il suo diario filosofico di una conferenza internazionale su Hiroshima (Der Mann auf der Brücke, 1959) e la sua corrispondenza con il pilota Claude Eatherly che guidò la spedizione per lo sganciamento della bomba su Hiroshima (Off limits für das Gewissen. Der Briefwechsel zwischen dem Hiroshima-Piloten Claude Eatherly und Günther Anders, 1961). I suoi libri politicamente aspri dal 1960 includeranno una lettera aperta al figlio di Adolf Eichmann, un discorso sulle vittime delle guerre mondiali. Nel 1967 presta servizio come giurato al tribunale di Russell per rendere pubbliche le atrocità del Vietnam.
(da Wikipedia)

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