giovedì, novembre 16, 2006

Lumi di punk

Di Marco Philopat ho letto la sua trilogia Costretti a sanguinare - La Banda Bellini - I viaggi di Mel. In realtà è una trilogia per il principale motivo che racconta storie che scorrono negli anni '70 e primi '80 proponendoci dei veri e propri mondi che se prima della lettura ci sembravano scontati, alla fine dei libri si scoprono essere mondi molto più complessi e sconosciuti.

In parte penso che ciò sia dovuto al fatto che di molti eventi, di molte culture giovanili, la nostra conoscenza si ferma all'etichetta che negli anni i media e la cultura mainstream hanno cristalizzato; ma anche a chi è attento ed interessato a queste culture giovanili e diffida del pensiero mainstream i libri di Philopat raccontano e mettono in mostra una realtà complessa e vivida di quei movimenti e delle singolarità che ne presero parte che non si trova in nessun saggio sull'argomento.

Ora esce in libreria il nuovo lavoro di Philopat - o meglio a cura di - che riprende l'indagine svolta sulla cultura punk in Costretti a sanguinare, rendendo esplicita - a quanto pare dalla presentazione - una vena semi nascosta nei libri precedenti: una ricerca strorica dal basso basata sulle fonti orali e il loro studio.
Ed è questa vena seminascosta nei precedenti libri di Philopat che li rende secondo me affascinanti e coinvolgenti, questa ricerca attraverso le fonti orali e la messa a punto di uno stile che non permette che i singoli protagonisti delle vicende raccontate soccombano alla pesantezza della soggettivazione.

Così Philopat a proposito di Lumi di Punk:
"Come saprete il libro è frutto di una serie di registrazioni e interventi raccolti tra l'estate del 2005 e l'autunno 2006. Qui in redazione abbiamo lavorato per garantire l'uniformazione narrativa e confezionare il libro come una sorta di mappa della memoria di un periodo storico quasi dimenticato, almeno per quanto riguarda i percorsi personali e politici. Una minuscola generazione stritolata dal correre del tempo, dall'eroina e dal riflusso, ma forse, a distanza di anni, si può dire che i nostri destini non siano finiti nell'immondezzaio, come molti di quelli che ci avevano preceduto. I sessantottini hanno scritto e storicizzato ogni microbo del loro vissuto, quante centinaia di pubblicazioni ci sono state sugli anni Settanta? la nostra esperienza non sarà stata così eclatante ma possiamo contare su pochissimi abiuri. Quasi nessuno è diventato un segretario di Forza Italia o un portaborse di Tronchetti Provera..."

"Lumi di punk è solo la prima tappa di un percorso che abbiamo deciso di intraprendere con altre registrazioni e contributi che si raccoglieranno nel corso di quest'anno, e quindi ogni presentazione locale sarà finalizzata a trovare nuovi punk o ex punk pronti a dare testimonianza orale o scritta del loro vissuto del periodo, per poi realizzare un secondo volume di Lumi di punk."


Fra l'altro il libro è edito dall'Agenzia X, di cui avevo parlato segnalando la rivista Conflitti Globali e in cui alimentavo un pò di suspense proprio su questa sconosciuta casa editrice. Ora abbiamo qualche notizia in più, fra cui che Marco Philopat è uno dei redattori, che scrive della casa editrice:

"La casa editrice si chiama Xbook, un ramo di
AgenziaX – Idee per la Condivisione dei Saperi. La redazione è formata da Paoletta, Caterina, max e il sottoscritto, tutti provenienti dalla dolorosa rottura con la ShaKe. All'interno di AgenziaX si sono aggiunti nuovi soci: Fabio Zucchella di Pulp, Roberto Vai e Francesco Galli. Molti sono i collaboratori, a partire da Giancarlo Mattia, la libreria Calusca, L'Archivio Primo Moroni e tutto il collettivo di Cox 18, poi il gruppo di cineasti indipendenti legati alla realizzazione di due film autoprodotti Fame chimica e Fuori vena, inoltre molti collaboratori di Pulp partecipano al nostro progetto."

Per farsi un'idea delle storie contenute in
Lumi di punk potete leggere l'articolo Punk a Bari: dai Wogs alla giungla (1979-1984) di Enzo Mansueto (The Skizo) su Carmillaonline.

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