In 54 si teorizza e si sviluppa appieno il concetto per cui lo stile è un'arte marziale, in particolare attraverso i personaggi di Cary Grant, del maresciallo Tito e del giovane Piérre...
"Soltanto un breve cenno, ché su uno dei prossimi Giap ricapitoleremo l'intera questione.
Per i critici americani, "54" è un autentico rompicapo, un enigma racchiuso in un sogghigno. Le recensioni, ostili o favorevoli che siano, sono perturbate, stranite.
Cionondimeno, per "Kirkus Reviews" il romanzo è uno dei "Best of 2006". Il prossimo numero della rivista conterrà un articolo e una mini-intervista a noialtri. Attendiamo di vederlo, poi faremo un resoconto completo alla comunità dei giapsters."
La citazione che segue è invece un omaggio allo stile, dalla bocca di Tito:
"Accadde cinque anni fa. Kardelj, che quella sera aveva cenato con me, sosteneva l'esigenza di fare il punto sulla teoria leninista in Jugoslavia e respingere le accuse di «trotzkismo» partite da Mosca. Dal fondo del corridoio lo specchio ci spiava, i doppelgängeren seguivano le nostre mosse, forse pronti a rimproverarci. Eccoci, ben nutriti e agghindati, cosí diversi dai giorni della konspiracija. Era solo vanità a dettarci la presa di posizione che ci consegnava alla Storia? Scoprimmo (a notte alta è inevitabile) che gli specchi hanno qualcosa di mostruoso. Kardelj disse che lo specchio è una macchina infernale, perché separa l'individuo dalla comunità, stimolandone il narcisismo piccolo borghese. Io replicai: - E come li curi i tuoi baffi, chinandoti sulle pozzanghere? - e aggiunsi che, al contrario, lo specchio congiunge l'individuo alla comunità, e il suo ingresso nelle case dei proletari ha cementato l'orgoglio di classe, quel senso del decoro sbattuto in faccia ai padroni, «Noi non siamo nulla, e vogliamo essere tutto! Possiamo essere, e siamo, piú eleganti di voi!» È grazie a quel decoro, a quella fierezza, che si è vinta la guerra."
Ed in fine da YouTube il tema del lavoro degli Yo Yo Mundi sullo stesso 54, sonorizzazione e immagini...
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