di Enrico Pugliese
tratto da il manifesto - 06 gennaio 2008
Ho ricevuto nei mesi scorsi diverse sollecitazioni a intervenire sulla questione dei rifiuti a Napoli e in Campania. Ho sistematicamente declinato l'invito per il fatto di non riuscire a capire cosa succedesse esattamente. Come mai le autorità locali (responsabili dei governi regionale, provinciale e comunale) non sono mai stati seriamente contestati (fino a ieri) dalla popolazione per la loro incapacità o mancanza di volontà di affrontare il problema? I risultati elettorali delle ultime elezioni hanno premiato alla grande Antonio Bassolino e Rosa Iervolino per loro indubbi meriti, ma nonostante la assoluta inanizione rispetto alla questione dei rifiuti. E ancora non trovo una riposta. O, forse, la risposta sta proprio nella confusione, nel fatto che i diretti interessati concorrono a rendere la situazione poco chiara.
Non parliamo poi degli opinionisti: Dio ce ne scampi. Chi rivela al Tg1 che le responsabilità vanno individuate nelle regioni del Nord che si accordano con la camorra per portare a Napoli e in Campania i rifiuti tossici. Chi trova la soluzione affidando la gestione di Napoli a governanti stranieri (come un giovane autore intervistato con larghezza da Repubblica). Chi se la prende con la tolleranza dei napoletani. Chi - tanto per cambiare - richiede l'intervento dell'esercito.
Sulla prima spiegazione - nota da una decina di anni grazie al lavoro dei magistrati - c'è da obiettare che ciò non riguarda le cento mila tonnellate di rifiuti da smaltire ora. Il fatto stato è terribile e bisogna ancora indagare sul fenomeno e soprattutto sui suoi potenziali effetti. Ma c'entra poco o niente con le montagne di rifiuti, certo schifose, ma meno pericolose e certamente evidenti e alla luce del sole. Segue il solito gusto napoletano per l'autodenigrazione collettiva che non porta da alcuna parte. C'è poi sempre la trovata dell'esercito, sistematicamente ricorrente quando ci sono guai a Napoli, invocata questa volta non a caso anche dalla Lega.
Il grande protagonista nelle spiegazioni è la Camorra. Tutti sanno e dicono che è colpa della camorra: dalla casalinga di Voghera a Bassolino. Questa è la spiegazione vincente. Peccato che non sia una spiegazione. La camorra - ovviamente - c'è e fa affari. E c'era anche quando insieme ai politici tangentisti lucrava sulle discariche (tanto a chilo al politico di turno). Ma il riferimento alla camorra finisce per essere generico e mitico. Sarebbe utile capire cosa fa esattamente e quali sono gli intrecci e con quali politici opera e come. Se ne invoca invece il ruolo per spiegare sia la gestione dei rifiuti che le rivolte. Nel vederla dappertutto si finisce per non vederla dov'è.
Tra l'altro la spiegazione pan-camorrista fa assolutamente comodo ai politici perché così non devono spiegare la loro incapacità o mancanza di volontà. Il governatore Bassolino ha dichiarato di voler restare al suo posto per portare avanti l'impegno nella lotta alla camorra. Viene da chiedersi cosa ha fatto da quando è governatore in materia di rapporto camorra/rifiuti. Sarebbe stato utile per la Regione se avesse condotto anche la lotta contro il ruolo dell'Impregilo (che tanta parte ha nella mancata volontà o possibilità di affrontare la questione dei rifiuti in Campania). E mi chiedo perché non se ne parli quasi mai. Mistero napoletano.
Un altro pezzo di mistero sta nei messaggi che inviano i politici. Le vuote dichiarazioni del ministro Nicolais che, dopo aver cenato con il Presidente della Repubblica a Capri, si dichiara «molto dispiaciuto per la situazione» mi hanno lasciato più stupefatto che indignato. Ma poi ho capito che sono le meno gravi. Ben più preoccupanti mi sembrano le allusioni e i messaggi in codice che si inviano i politici locali (il presidente di questa o quella provincia che si lamenta «per non aver avuto risposta alla sua offerta» per la soluzione del problema) Rosa Iervolino, sindaco di Napoli, poi se la prende con chi ha scelto il sito di Pianura e appoggia i rivoltosi. Certo, si tratta di uno dei posti più belli del paese (il parco degli Astroni) per altro già distrutto dalla speculazione edilizia (con o senza camorra). Anche lei ci poteva pensare prima. Mistero.
Quando poi la televisione - inquadrando Villa Rosbery (la residenza napoletana del Presidente della Repubblica a Posillipo) - fa sapere alla nazione che il Presidente ha preferito stare a Capri a per marcare la distanza da Napoli, ho pensato che si è raggiunto il colmo. E ancora non c'è stata alcuna smentita da parte del Quirinale.
Questa è Napoli. O forse no: forse c'è anche dell'altro. Ma in questo momento il peggio domina. Domina nella realtà e domina anche nell'immaginario. Il successo delle descrizioni orribili di Napoli (piene di creazioni anche immaginifiche, come quelle dei container pieni dei cadaveri sfusi di cinesi) hanno un successo strepitoso. Le specifiche responsabilità vengono annegate nel mare delle spiegazioni antropologiche. E tutto va avanti come prima. Ma questa è un'altra storia, anche se forse vale la pena di ritornarci sopra.
Io resto con le mie domande senza risposta in questo mistero napoletano. Continuo a chiedermi perché non si è dato un calcio a Romiti e all'Impregilo. Non conosco benissimo i fatti. Ma se ho capito, la storia nasce con un presidente fascista della Regione che fa un accordo capestro e poco credibile con Romiti (Impregilo) - ne accenna l'intervista di Ganapini sul Manifesto di Venerdì. Poi arriva il grande governatore democratico e ci resta intrappolato. Perché non si è denunciato l'accordo, mobilitando la gente, perché non si è fatto chiarezza subito sulla questione di Acerra? Mistero. Altro mistero è la mancata scelta dei comuni di procedere effettivamente alla raccolta differenziata. Andava fatta e si poteva fare comunque e in ogni caso.
E' stata la camorra a impedire a Rosa Iervolino, sindaco di Napoli, di far funzionare effettivamente la raccolta differenziata a Napoli? O c'è dell'altro? Mistero napoletano anche qui. E perché non è stata fatta - che so - a San Giorgio a Cremano che ha la palma della invasione della spazzatura? Anche qui è stata la Camorra a ordinarlo? Non lo escludo, ma sarei curioso di sapere come ha fatto, con chi si è accordata. Per ora è un mistero.
C'è invece un fatto per nulla misterioso che riguarda una errore politico gravissimo, che si aggiunge a quello della mancata pratica della raccolta differenziata, esso riguarda l'assenza di partecipazione democratica. Fin dai tempi del regalo a Romiti si poteva stabilire (oltre che forme diverse di uso) un rapporto diverso con la popolazione contrattando qualità, dimensioni e ruolo dell'impianto. E ad Acerra, come in ogni altro luogo, distruzione o deposito della spazzatura (per l'emergenza ma soprattutto per la prospettiva di stoccaggio e distruzione di spazzatura meno pericolosa) andavano, e vanno, offerte contropartite per la popolazione, da negoziare e discutere con essa.
Speriamo che tutto il pandemonio di questi giorni porti almeno a questo esito.
tratto da il manifesto - 06 gennaio 2008
Ho ricevuto nei mesi scorsi diverse sollecitazioni a intervenire sulla questione dei rifiuti a Napoli e in Campania. Ho sistematicamente declinato l'invito per il fatto di non riuscire a capire cosa succedesse esattamente. Come mai le autorità locali (responsabili dei governi regionale, provinciale e comunale) non sono mai stati seriamente contestati (fino a ieri) dalla popolazione per la loro incapacità o mancanza di volontà di affrontare il problema? I risultati elettorali delle ultime elezioni hanno premiato alla grande Antonio Bassolino e Rosa Iervolino per loro indubbi meriti, ma nonostante la assoluta inanizione rispetto alla questione dei rifiuti. E ancora non trovo una riposta. O, forse, la risposta sta proprio nella confusione, nel fatto che i diretti interessati concorrono a rendere la situazione poco chiara.
Non parliamo poi degli opinionisti: Dio ce ne scampi. Chi rivela al Tg1 che le responsabilità vanno individuate nelle regioni del Nord che si accordano con la camorra per portare a Napoli e in Campania i rifiuti tossici. Chi trova la soluzione affidando la gestione di Napoli a governanti stranieri (come un giovane autore intervistato con larghezza da Repubblica). Chi se la prende con la tolleranza dei napoletani. Chi - tanto per cambiare - richiede l'intervento dell'esercito.
Sulla prima spiegazione - nota da una decina di anni grazie al lavoro dei magistrati - c'è da obiettare che ciò non riguarda le cento mila tonnellate di rifiuti da smaltire ora. Il fatto stato è terribile e bisogna ancora indagare sul fenomeno e soprattutto sui suoi potenziali effetti. Ma c'entra poco o niente con le montagne di rifiuti, certo schifose, ma meno pericolose e certamente evidenti e alla luce del sole. Segue il solito gusto napoletano per l'autodenigrazione collettiva che non porta da alcuna parte. C'è poi sempre la trovata dell'esercito, sistematicamente ricorrente quando ci sono guai a Napoli, invocata questa volta non a caso anche dalla Lega.
Il grande protagonista nelle spiegazioni è la Camorra. Tutti sanno e dicono che è colpa della camorra: dalla casalinga di Voghera a Bassolino. Questa è la spiegazione vincente. Peccato che non sia una spiegazione. La camorra - ovviamente - c'è e fa affari. E c'era anche quando insieme ai politici tangentisti lucrava sulle discariche (tanto a chilo al politico di turno). Ma il riferimento alla camorra finisce per essere generico e mitico. Sarebbe utile capire cosa fa esattamente e quali sono gli intrecci e con quali politici opera e come. Se ne invoca invece il ruolo per spiegare sia la gestione dei rifiuti che le rivolte. Nel vederla dappertutto si finisce per non vederla dov'è.
Tra l'altro la spiegazione pan-camorrista fa assolutamente comodo ai politici perché così non devono spiegare la loro incapacità o mancanza di volontà. Il governatore Bassolino ha dichiarato di voler restare al suo posto per portare avanti l'impegno nella lotta alla camorra. Viene da chiedersi cosa ha fatto da quando è governatore in materia di rapporto camorra/rifiuti. Sarebbe stato utile per la Regione se avesse condotto anche la lotta contro il ruolo dell'Impregilo (che tanta parte ha nella mancata volontà o possibilità di affrontare la questione dei rifiuti in Campania). E mi chiedo perché non se ne parli quasi mai. Mistero napoletano.
Un altro pezzo di mistero sta nei messaggi che inviano i politici. Le vuote dichiarazioni del ministro Nicolais che, dopo aver cenato con il Presidente della Repubblica a Capri, si dichiara «molto dispiaciuto per la situazione» mi hanno lasciato più stupefatto che indignato. Ma poi ho capito che sono le meno gravi. Ben più preoccupanti mi sembrano le allusioni e i messaggi in codice che si inviano i politici locali (il presidente di questa o quella provincia che si lamenta «per non aver avuto risposta alla sua offerta» per la soluzione del problema) Rosa Iervolino, sindaco di Napoli, poi se la prende con chi ha scelto il sito di Pianura e appoggia i rivoltosi. Certo, si tratta di uno dei posti più belli del paese (il parco degli Astroni) per altro già distrutto dalla speculazione edilizia (con o senza camorra). Anche lei ci poteva pensare prima. Mistero.
Quando poi la televisione - inquadrando Villa Rosbery (la residenza napoletana del Presidente della Repubblica a Posillipo) - fa sapere alla nazione che il Presidente ha preferito stare a Capri a per marcare la distanza da Napoli, ho pensato che si è raggiunto il colmo. E ancora non c'è stata alcuna smentita da parte del Quirinale.
Questa è Napoli. O forse no: forse c'è anche dell'altro. Ma in questo momento il peggio domina. Domina nella realtà e domina anche nell'immaginario. Il successo delle descrizioni orribili di Napoli (piene di creazioni anche immaginifiche, come quelle dei container pieni dei cadaveri sfusi di cinesi) hanno un successo strepitoso. Le specifiche responsabilità vengono annegate nel mare delle spiegazioni antropologiche. E tutto va avanti come prima. Ma questa è un'altra storia, anche se forse vale la pena di ritornarci sopra.
Io resto con le mie domande senza risposta in questo mistero napoletano. Continuo a chiedermi perché non si è dato un calcio a Romiti e all'Impregilo. Non conosco benissimo i fatti. Ma se ho capito, la storia nasce con un presidente fascista della Regione che fa un accordo capestro e poco credibile con Romiti (Impregilo) - ne accenna l'intervista di Ganapini sul Manifesto di Venerdì. Poi arriva il grande governatore democratico e ci resta intrappolato. Perché non si è denunciato l'accordo, mobilitando la gente, perché non si è fatto chiarezza subito sulla questione di Acerra? Mistero. Altro mistero è la mancata scelta dei comuni di procedere effettivamente alla raccolta differenziata. Andava fatta e si poteva fare comunque e in ogni caso.
E' stata la camorra a impedire a Rosa Iervolino, sindaco di Napoli, di far funzionare effettivamente la raccolta differenziata a Napoli? O c'è dell'altro? Mistero napoletano anche qui. E perché non è stata fatta - che so - a San Giorgio a Cremano che ha la palma della invasione della spazzatura? Anche qui è stata la Camorra a ordinarlo? Non lo escludo, ma sarei curioso di sapere come ha fatto, con chi si è accordata. Per ora è un mistero.
C'è invece un fatto per nulla misterioso che riguarda una errore politico gravissimo, che si aggiunge a quello della mancata pratica della raccolta differenziata, esso riguarda l'assenza di partecipazione democratica. Fin dai tempi del regalo a Romiti si poteva stabilire (oltre che forme diverse di uso) un rapporto diverso con la popolazione contrattando qualità, dimensioni e ruolo dell'impianto. E ad Acerra, come in ogni altro luogo, distruzione o deposito della spazzatura (per l'emergenza ma soprattutto per la prospettiva di stoccaggio e distruzione di spazzatura meno pericolosa) andavano, e vanno, offerte contropartite per la popolazione, da negoziare e discutere con essa.
Speriamo che tutto il pandemonio di questi giorni porti almeno a questo esito.
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