IL LIBRO – Gli interrogativi sulla trasformazione tecnologica dell’umano e sulle sue implicazioni politiche costituiscono il filo conduttore di un serrato confronto tra studiosi di filosofia, letteratura, storia delle religioni e scienze umane. L’ottica apocalittica, con la sua pretesa di svelare il senso nascosto e necessario delle faccende umane, rischia di diventare un alibi per operazioni e progetti che si ammantano di una giustificazione o razionalizzazione superiore, presentandosi come espressione di una logica sistemica inderogabile. Discuterne criticamente significa in fin dei conti denunciare la tutela apocalittica dell’agire individuale e collettivo, che riconfigura in termini post-democratici il problema del potere.
“La domanda sul destino dell’umano nel terzo millennio è […] quella che dovrebbe occuparci la mente e il cuore, perché in essa è implicato il rapporto fra la nostra generazione e i nostri figli. Il rapporto fra il presente e il futuro dipenderà dalla pietà verso i nemici e dall’amore che sapremo esprimere verso le generazioni a venire. Anche l’ultima enciclica del Papa sull’amore ci costringe a pensare a un altro linguaggio, oltre la fede e la ragione. A noi contemporanei tocca provare a riprendere il discorso soffocato dalla violenza e dal sangue e destrutturato dall’onnipotenza tecnologica”.
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