martedì, novembre 13, 2007
"Categorie": insieme di cose o persone che hanno caratteristiche o proprietà comuni
Ora, per me non fa differenza se uno è in macchina e sta andando allo stadio, a pesca, o chissà dove. Mi spaventa che un individuo sulla sua macchina si ritrovi con un foro di proiettile nel collo e la sua vita chiusa in un decimo di secondo. Certo, un ultrà si dice. Certo, dico io, il poliziotto dal grilletto facile lo ha categorizzato nella sua testa come un ultrà, pericoloso, e quindi come "nemico". Io non vado allo stadio da dieci anni, ma non vorrei che un gentile tutore dell'ordine decida nella sua testa bacata che a guardarmi, anche da lontano, mentre pisolo in macchina gli ricordo qualche altro tipologia di "nemico dello Stato". Perché si sa la lista è lunga.
Nel frattempo l'unica cosa sensata su quel che succede in questi giorni lo trovo come sempre in sti casi nelle parole del compianto Valerio Marchi. Non c'è da stare allegri.
«Il ritratto dell'ultrà, e con esso i suoi legami con la politica, tende di solito a rimanere racchiuso in questa tesi asfittica, vagamente complottistica, in cui un fenomeno sociale che nel giro di trent'anni, contando solo l'Italia, ha coinvolto e coinvolge tuttora centinaia di migliaia di persone, viene ridotto alle malevole attività di un manipolo di malintenzionati. Gli si nega ogni valenza sociale, per quanto contraddittoria o addirittura distruttiva, elaborando teoremi in cui gli ultrà vengono manovrati come burattini senza fili da oscuri gerarchi».
da Il derby del bambino morto
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