giovedì, gennaio 11, 2007

Haymarket, Chicago

L'11 dicembre 1887 a Chicago si tenne l'impiccagione di quattro uomini accusati di essere i mandanti "morali" della bomba esplosa il 1° maggio dell'anno precedente in Haymarket Square.

Imputati assieme a loro altri tre uomini che videro la pena capitale commutata in ergastolo ed un ottavo uomo che si suicidò in carcere pochi giorni prima dell'esecuzione.

Una delle tante vicende storiche in cui la violenza padronale e poliziesca ebbero la meglio su di un fetale movimento operaio, un movimento che - negli Stati Uniti d'America - fra mille distinguo aveva individuato nella richiesta delle 8 ore di lavoro quotidiano il minimo comune denominatore su cui costruire un ampia campagna di mobilitazione.

Tanto che quel Primo maggio 1886 ed i fatti lì accaduti assurgeranno poi a simbolo di ogni battaglia del movimento operaio storico in tutto il mondo.

La vicenda viene egregiamente raccontata da un importante storico americano (
Martin Duberman), in un romanzo pubblicato da poco in Italia che oltre alla vicenda specifica tratteggia da una parte l'evoluzione personale e politica dei due protagonisti, dall'altra narra il contesto storico ed il clima degli Stati Uniti appena fuori dalla guerra civile e dalla Rivoluzione americana.
I protagonisti sono Albert e Lucy Parsons, coppia trasferita a Chicago dal Texas dove il loro rapporto era impossibile da mantenere e costruire, infatti la carnagione scura e i tratti somatici accentuati di Lucy erano sufficienti perché venisse etichettata come "negra" ed i matrimoni "misti" - Albert era "americano puro" - non solo non erano ben visti, ma addirittura erano ancora vietati in molti stati dell'Unione.

Due personaggi che la scrittura di Martin Duberman rende vivi e empaticamente irresistibili, in cui a mio avviso troneggia il personaggio di Lucy: proprio perché donna e considerata "negra" infatti la sua adesione alle idee anarchiche pare la logica e normale conseguenza alla discriminazione diffusa, tanto che la sua battaglia principale sarà all'interno del campo delle organizzazioni operaie per dare accesso e parola alle donne ed agli afroamericani.

Un libro che vale la pena leggere, anche solo perché ci fa respirare per un attimo l'aria di un'umanità che si sta facendo soggetto, in un processo complesso e al tempo segnato dall'ingenuità, ricomponendo le tante divisioni (la nazionalità d'origine, la lingua, ecc.) che facevano di uomini e donne che condividevano la medesima sorte dei singoli dispersi e inermi.

Se Albert è il personaggio che ci permette poi di accompagnare fin sul patibolo i quattro innocenti condannati, Lucy ci viene presentata come la rappresentazione stessa del riscatto che fra amarezze e perdite insopportabili continuerà le sue battaglie fino alla morte in tarda età.

La vita di Lucy dopo il 1887 non viene raccontato nel libro, ma quando si arriva all'ultima pagina e tutto pare chiudersi sul patibolo e con il marchio della morte è la storia futura di Lucy - e del grande movimento operaio americano - appena citati che ti permettono di riprendere a tirare il fiato.

Sui fatti di Haymarket Square:

http://dwardmac.pitzer.edu/Anarchist_Archives/haymarket/Haymarket.html

http://memory.loc.gov/ammem/award98/ichihtml/hayhome.html

http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=592

Su Lucy Parsons:

http://www.lucyparsonsproject.org/

http://www.lucyparsons.org/

Su Albert Parsons:

http://dwardmac.pitzer.edu/Anarchist_archives/bright/aparsons/parsons.html

http://en.wikipedia.org/wiki/Albert_Parsons

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